Giza, Osiride, Iside e il Femminino Sacro

Quale rapporto c’è tra Iside e la Piana di Giza? Perché la dèa simbolo di femminilità è così importante per gli Egizi? Cosa si cela nel simbolismo isideo e perché Osiride e Iside sono associati rispettivamente alla Costellazione di Orione e a quella del Toro?
Intorno a questi interrogativi, gli studiosi – soprattutto di scuola Indipendente – hanno sviluppato alcune tesi, anche estremamente complesse, che ritengo non completamente condivisibili ed esaustive. La centralità dell’interpretazione storico-filosofica è comunque legata ai fatti raccontati nei Testi Antichi che richiamano prepotentemente le figure di questi due personaggi chiave: Iside e Osiride. Il loro ruolo, evidentemente, è stato fondamentale nell’epoca d’oro dello Zep Tepi e pertanto vengono ricordati nelle forme più imponenti che l’uomo abbia mai potuto realizzare nel corso della propria storia: i monumenti di Giza!
Il mito che ne è scaturito lascia intendere che la centralità delle due figure è rilevante e gli spunti di riflessione che seguono sembrano giustificarne la dimensione storica.
La figura di Osiride merita una riflessione approfondita sulla sua reale funzione storica tuttora consegnata alla mitologia. Ed è proprio da essa che bisogna partire per valutare le difficoltà interpretative di questo personaggio che è stato al centro della letteratura, della filosofia e della teologia dell’Egitto Dinastico.
Osiride è ricordato, negli antichi resoconti egizi, come colui il quale apportò la conoscenza di alcune scienze alle popolazioni che risiedevano nella valle del Nilo, insegnando loro come creare le condizioni giuste per migliorare la qualità della vita. La sua epopea - come dimostrato efficacemente da Robert Bauval - è stata esaltata grazie all’abilità dei saggi-costruttori capaci di associare questo personaggio alla dinamica connessa ai cicli astronomici che, a loro volta, sono spesso richiamati nella mitologia egizia trascritta nei Papiri, nei bassorilievi e nei raffinati testi trascritti nelle tombe di epoca dinastica. La sua storia è stata tramandata di generazione in generazione fino ad essere immortalata, ad imperitura memoria, negli scritti rinvenuti in Egitto. Osiride, per le sue profonde conoscenze del sapere ed il ruolo di civilizzatore a cui il “fato” lo ha destinato, è stato profondamente venerato dal suo popolo. Ma come spesso accade a chi detiene le redini del potere, all’amore del popolo corrisponde l’odio dei parenti. “L’invidia, infatti, armò la mano di Seth, suo fratello, il quale cospirò per ucciderlo. Seth fece costruire in segreto una bara preziosa proporzionata sulle misure del fratello Osiride. Durante un banchetto, nel quale annunciò che ne avrebbe fatto dono a colui al quale si fosse adattata, invitò i presenti a provarla, fin quando non incoraggiò il fratello a tentare nel curioso gioco. Appena Osiride vi si distese dentro il coperchio venne chiuso e sigillato. Seth fece gettare la bara nel Nilo e così facendo, annegò Osiride. Iside - sua sposa, con l'aiuto della sorella Nepthis – lo riportò in vita usando i suoi poteri magici. Tuttavia, prima che potesse vendicarsi, Seth uccise Osiride e fece a pezzi il suo corpo, nascondendo le quattordici (secondo alcune fonti: tredici o quindici) parti in vari luoghi. Iside e Nepthis trovarono i pezzi (eccetto i genitali, che erano stati mangiati dal pesce Ossirinco) e ricomposero il corpo. Intanto, il sommo dio Ra mandò Anubi e Thoth ad imbalsamare Osiride. Intanto, Iside, lo riportò in vita e si fece fecondare così da rimanere gravida. Il figlio che Osiride ebbe da Iside, Horus, quando fu abbastanza grande affrontò Seth in battaglia, per vendicare la morte del padre. Il combattimento fu lungo e cruento; Horus perse un occhio nella battaglia e Seth un testicolo. Il conflitto fu interrotto dagli altri dei, che decisero in favore di Horus e diedero a lui la sovranità del paese. Seth fu condannato e bandito dalla regione. In altre versioni le due divinità si riconciliarono, rappresentando l'unione dell’Alto e Basso Egitto” (da “Le impronte degli dèi”, di Graham Hancock).
La storia di Osiride è divenuta, nel corso dei secoli, una leggenda salvo poi trasformarsi in un vero e proprio mito, sintesi della combinazione di diverse varianti, condizionata sia dai luoghi in cui si affermava il culto che dalle situazioni storico-sociali del momento. Nonostante tutto, non si sono persi gli elementi fondamentali che hanno determinato le caratterizzazioni della figura storica. L’interpretazione stessa del contenuto mitologico ha originato teorie spesso in contrasto tra loro che, in ogni caso, riassumono i concetti fondamentali utili ad affrontare l’analisi conclusiva sulla reale figura del dio caro agli antichi Egizi. Il mito osirideo è una sintesi di scienze, filosofia e teologia sapientemente amalgamate; siamo in presenza, dunque, di un personaggio che esprime peculiarità davvero interessanti e, per certi versi, non proprio singolari poiché da un punto di vista essenzialmente filosofico sembra richiamare alla mente un altro personaggio straordinario, che pur ha fortemente rivoluzionato il nostro modo di essere: Gesù di Nazareth.
Analizzandone le peculiarità, dunque, emerge una figura che concentra in se alcuni elementi di carattere filosofico e teologico, come è stato giustamente fatto rilevare da eminenti studiosi e sulla quale riteniamo di poter concordare:
- innanzitutto, la figura di Osiride è essenzialmente legata agli aspetti più solenni della religione egizia, che si coniuga indissolubilmente con una visione solare del ciclo della vita nei suoi processi naturali di vita, morte e resurrezione;
- in seconda analisi, alla figura di Osiride sembra potersi attribuire una caratteristica “evemeristica”, ovvero si è in presenza di un re, Osiride, che cade nel tranello organizzato da Seth, viene ucciso brutalmente dal fratello invidioso e, successivamente, divinizzato dal suo popolo;
- quest’aspetto ci introduce ad una terza interpretazione, di natura “escatologica”, poiché ci troviamo in presenza di un dio che viene al mondo con un obiettivo ben preciso: trasmette il proprio sapere alle popolazioni con l’intento di distribuire la conoscenza delle scienze e delle arti, al termine della propria missione, affronta la morte per mano di suo fratello e risorge dopo la morte.
Quest’ultima interpretazione avvicina la figura di Osiride a quella evangelica di Gesù in maniera davvero straordinaria, poiché il concetto di morte e resurrezione, nonché del tradimento per mano di un “fratello”, sono palesemente riscontrabili nella figura del Maestro di Nazareth.
Tuttavia, rimanendo in tema di collegamenti, sembra interessante cercare l’anello di congiunzione che unisce la Costellazione di Orione e la figura di Osiride.
La mitologia osiridea, in realtà, si coniuga in maniera perfetta con il sito di Giza. Egli è associato dagli antichi sacerdoti egizi al Gigante della Sera che occupa il cielo sopra la Piana più famosa del mondo. Nella Teoria della Correlazione, Robert Bauval non solo è riuscito a dimostrare i collegamenti astronomici tra Giza e Orione, ma ha avuto la capacità di provare che lo scontro tra Horus e Seth, in realtà, ha un proprio corrispettivo nella dinamica astronomica della Costellazione del Toro in rapporto con la Via Lattea.
Questo significa che Osiride, Giza e Orione sono stati intimamente e volutamente correlati dai progettisti del complesso monumentale fin dal momento dell’ideazione del progetto stesso. Ciò, ovviamente, non significa attribuire paternità di sorta alle piramidi di Giza e tanto meno fissare un momento iniziale della loro costruzione.
Giza sembra essere semplicemente un inno monumentale al dio Osiride, inteso quale “divinità” portatrice di civilizzazione, scienze e legislazione; egli è il “capostipite” di una popolazione le cui origini si perdono nella notte dei tempi. E le scienze sintetizzate nella Grande Piramide e, più in generale, nel meraviglioso sito archeologico sono una testimonianza dell’esistenza di questa figura straordinaria e del Primo Tempo di cui fu regnante!
Emerge, tuttavia, un significativo interrogativo tra ciò che storicamente sarebbe accaduto in epoche remotissime e ciò che invece si verifica quotidianamente nella dinamica astronomica che coinvolge la Costellazione del Toro-Iside e la Costellazione di Orione-Osiride. La donna nella simbologia antichissima assume un ruolo decisamente primario poiché, come noto, essa si basava sul matriarcato. Iside si inserisce in questa concezione come la Gran Madre che genera il figlio Horus. La “Divina Iside” è la più classica rappresentazione della femminilità. Iside è generalmente associata alla dèa Hathor, la vacca e, spesso e volentieri è ritratta con in capo il simbolo delle corna taurine. Ed è proprio questo elemento che alimenta l’analisi misterica relativa alla simbologia ermetica egizia. La correlazione di Iside alla Costellazione del Toro è tutt’altro che improponibile, la
dinamica astronomica sembra confermarlo.
Iside, contrariamente a quanto interpretato da alcuni esponenti della scuola Indipendente, nella dinamica astronomica, sembra “proteggere” o addirittura “generare” il Gigante della Sera. La Costellazione del Toro-Iside sorge prima di Orione-Osiride quasi ad aprire la strada e ad ispezionarla prima che Orione-Osiride si accinga a percorrerla. Iside, nel ruolo di esperta delle “arti magiche” svolge il proprio ruolo, nella dinamica astronomica, che il mito le riconosce attraverso i testi Antichi. Questo evento lascia semplicemente stupiti: è incredibile come gli Antichi Costruttori siano stati capaci di associare gli eventi storici alla dinamica astronomica ed entrambi alle costruzioni di Giza!
I Testi Antichi che - seppur trascritti in epoche differenti - si richiamano alla tradizione orale dimostrano, laddove fosse ancora necessario, che gli eventi narrati e risalenti ad epoche ignote altro non sono che fatti storici aventi una loro attendibilità. Tutto, infatti, coincide! Anche il rapporto Osiride - Iside - Grande Piramide, messo prepotentemente in risalto dal contenuto della famosa Stele dell’Inventario, non fa altro che confermare le straordinarie conoscenze esoteriche e scientifiche dei costruttori. Come si ricorderà, nella Stele dell’Inventario, Iside è considerata la Signora della Piramide. Questa definizione non sembra essere un’attribuzione di proprietà del monumento, ma nasconde un ulteriore significato ermetico. 
Nel mito di Osiride, Iside – sorella e sposa – gioca un ruolo straordinariamente importante nella resurrezione del dio-Re e, successivamente, nel generare il loro figlio Horus. Secondo il Libro dei Morti, egli ha avuto l’arduo compito di ricomporre la diatriba interna al suo popolo (il mito parla del conflitto tra Osiride e Seth, ma sicuramente va interpretato come sottile riferimento ai rappresentanti di due “correnti di pensiero” opposte, nda) ed aprire una nuova strada verso il progresso della Civiltà che ha abitato le rive del Nilo.
Iside, dunque, gioca un ruolo fondamentale nella ricostruzione dell’Egitto predinastico, dopo un periodo conflittuale, che vive la massima drammaticità con la morte di Osiride. Ad essa è riconosciuto un ruolo fondamentale: di “generatrice” del nuovo percorso che l’Egitto si accinge a compiere. Da un punto di vista ermetico, è il ruolo della Gran Madre a cui associare l’origine di ogni cosa… Ecco cosa hanno ereditato gli egizi dinastici, il testo della Stele dell’Inventario che attribuisce a Iside il ruolo di Signora della Piramide, non è altro che il retaggio di concetti molto più complessi che una società come quella egizia mai avrebbe potuto comprendere.
Bauval, nella sua analisi astronomica, ha attribuito alla regina Iside un corrispettivo astronomico nella Costellazione del Toro. Egli ha definito la Costellazione come una “V” capovolta. A mio parere, analizzando le simbologie e le correlazioni, emerge un significato molto più profondo e complesso di quanto in realtà non sembri. Innanzitutto, Iside-Toro. Se alla V capovolta, citata da Bauval, con un semplice gioco geometrico, colleghiamo le tre stelle principali con delle linee di congiunzione, viene fuori un Triangolo! Ovvero la proiezione ortogonale di una Piramide! Da ciò si deduce che la Stele dell’Inventario richiama semplicemente un simbolismo: Iside è la Signora della Piramide perché il suo corrispettivo astrale è una… Piramide. E, a ben vedere, questo simbolo “capovolto” sembra ermeticamente richiamare un’ulteriore simbologia collegata al concetto del Femminino Sacro, divulgato alla collettività attraverso le pagine del libro di Dan Brown, Il Codice da Vinci. Questa funzione simbolica si sposa alla perfezione con il mito di Osiride, la sua resurrezione e la relativa inseminazione della Regina Iside che culminerà nella nascita di Horus, ricordato come il primo Re “non dio”. La donna ha un ruolo determinante nell’origine della civiltà predinastica.
Senza l’intervento di Iside e Nepthis, Osiride non sarebbe mai risorto e non avrebbe mai procreato Horus. Pertanto, ad Iside sembra potersi attribuire una triplice funzione, quella puramente sessuale, e quella spirituale dove Iside appare come la Sposa Archetipa, come
l’elemento a cui ispirarsi per una congiunzione con il divino ed infine quella di “guida” dell’Egitto che sarà, attraverso la successione degli Shemsu-Hor.
Rileggiamo, dunque, attentamente la dinamica astronomica: Iside-Toro-Grande Piramide sorge prima della Costellazione di Orione-Osiride-Zed (quest’ultimo da intendersi come simbologia fallica in antitesi alla simbologia piramidale capovolta). Non a caso il vertice
dello Zed è tecnicamente noto come “tetto a tre cerniere”. La sua forma-simbolo è evidentemente in contrapposizione con la V capovolta rappresentata da Iside. Pertanto, Iside è “sopra” Osiride! Questa posizione astronomica richiama una duplice analisi:
- storica: i costruttori hanno richiamato nella Grande Piramide di Giza gli eventi che culminarono nella rinascita dopo il momento di oscurità dovuto al conflitto tra opposte fazioni;
- scientifica: i costruttori hanno immortalato le simbologie ermetiche richiamando la precisione delle regole astronomiche.
La posizione di Iside su Osiride, ovvero della Costellazione del Toro su quella di Orione, ovvero della Piramide sullo Zed, sembra collegare tutta la documentazione antica attualmente disponibile. Il Papiro di Torino, la Stele dell’Inventario, la Grande Piramide, i resoconti degli antichi storici sembrano convergere inesorabilmente sulla veridicità storica dell’Epoca d’Oro, dello Zep Tepi!


Armando Mei

Estratto dal libro dell'Autore: "Il Segreto degli dèi"

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