di Armando Mei e Nico Moretto
Il Libro dei Morti, lo Zed ed i segni di un’antica scienza
“Nella piramide di Cheope uno Zed gigantesco conferisce al Faraone l’immortalità e gli permette l’ingresso nel mondo dell’aldilà”. Questo concetto trova la sua origine nel Capitolo Primo del Libro dei Morti, allorquando Thoth (generalmente associato alla conoscenza) cita: “Io sono Djed figlio di Djed concepito e nato da Djedu”. Il testo ermetico va interpretato nel seguente modo: “Io, in quanto vivente, sono energia, e sono nato dalla fonte di Energia che è nel luogo dello Zed” (ovvero nella Grande Piramide).
L’enorme energia dello Zed, sapientemente immagazzinata dalla macchina e regolata ad arte, permetteva a chi l’aveva costruita di andare e venire dai luoghi citati come aldilà, cioè diversi da quelli in cui risiedeva lo stesso Zed. E ci sembra strano e riduttivo l’utilizzo di una macchina così complessa e potente, per il solo scopo di spostarsi nell’ambito di zone limitrofe alla Colonna di Osiride. Anzi, la stessa complessità della struttura, che utilizzava energia allo stato puro, fu costruita per impieghi di gran lunga più importanti. Se diamo retta ai miti ed alla tradizione, lo “Zed conferisce al Faraone l’immortalità.” Se partiamo dal presupposto, così come accennato all’inizio, che la Colonna è antecedente all’antico Egitto e che è addirittura presente nel nostro neolitico, in cui rappresenta la cultura del grano, dobbiamo affidare la sua costruzione ad una civiltà progredita scientificamente ed antecedente al neolitico stesso! Se guardiamo alla cultura dei simboli, essi divengono tali soltanto dopo gran trascorrere del tempo, per radicarsi autorevolmente nelle menti dell’uomo. Ne consegue che lo stesso neolitico è postumo allo Zed!A nostro parere, è giunto il momento di operare una profonda revisione della storia delle nostre origini. Questa civiltà sconosciuta, così come ipotizza l’eminente e riconosciuto scienziato americano Lloyd Knutson, realizzò il Progetto-Zed allo scopo di “raggiungere l’immortalità temporale”. Potrebbe rappresentarne una prova la complessa struttura della Grande Piramide di Giza e quella del Sole di Teotihuacàn. Riteniamo, quindi, che dopo aver scelto i luoghi idonei all’installazione delle potenti macchine, questa misteriosa civiltà ne abbia operato le costruzioni. Dopo un’accurata indagine, siamo portati a credere che i siti primordiali in cui eressero le enormi strutture sono quelli della piana di Giza, dell’altopiano del Messico e quelli oramai sommersi al largo del mar del Giappone (...).
14 gennaio 2009
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