di Armando Mei e Nico Moretto
La Caduta degli Dèi
Gli antichi testi richiamano il misterioso Potere dell’Energia! “Quando la Torre rovinò a terra…nel tempo della caduta degli Dèi…”. Il Capitolo XVII del Libro dei Morti sembra chiarire un dato incontrovertibile: dietro le formule rituali si nascondo episodi di rilevanza storica inequivocabili. Sono tramandate nelle forme orali e giungono dopo millenni alle discendenti popolazioni ridotte allo stato semiprimitivo dalle catastrofi planetarie geologicamente accertate tra il 25.000 e l’8.000 a.C.. Esse vengono raccontate con straordinaria semplicità utilizzando concetti elementari ma estremamente efficaci: “Sono [le gocce di] sangue sgorgate dal phallus di Ra dopo che si mutilò da se stesso… E’ il giorno del combattimento tra Horo e Set… ed è Thoth che ha messo in ordine tutto ciò con le sue proprie dita”. La rivolta dei Sebau (uomini di Set ed una volta seguaci di Ra), raggiunge il proprio apice quando viene mutilata la Colonna di Ra (volontaria o provocata?). In questa intensa visione della storia due eventi si celano: la rivolta contro Ra il quale si “mutila” di una parte del proprio seguito e la distruzione del sistema della Colonna (Zed). I “Signori di verità e giustizia, divine potenze che siete dietro a Osiride, che portate la distruzione alle menzogne…” inviano Thoth, il semidio, l’essere umano iniziato dagli “dèi”, a realizzare, con la propria arte, il nuovo ordine sociale che non potrà mai più essere tecnico-scientifico. E’ così che “I Signori di Giustizia e Verità sono Thoth…”
Il Libro narra di rovina e distruzione. Ma come è stato possibile, ci chiediamo, che una civiltà così progredita abbia potuto perdere o rovinare le opere grandiose che aveva costruito? Ci rifacciamo alla solita ricerca a largo raggio. Comuni a gran parte della cultura terrestre, narrato nella tradizione di quasi tutti i popoli che abitano il pianeta, troviamo le ataviche catastrofi geologiche.
Il Diluvio ed altri flagelli
Potremmo continuare il nostro lavoro col parlare del “Diluvio Universale”, per assecondare l’ordine culturale dell’indagine, arricchendola di contenuti storici a noi vicini. Ma il lettore è certamente a conoscenza degli sconvolgimenti planetari, di eguale portata, avvenuti tra 50.000 e 45.000 anni fa. Così come l’evento su cui c’è grande concordanza tra gli studiosi: l’effetto catastrofico, verificatosi tra il 30.000 ed il 26.500 a.C., che determinò lo spostamento delle masse continentali con conseguenti maremoti e terremoti, che causarono l’inabissamento delle terre emerse tra il continente africano e quello americano. Ci sono tracce che legano tali avvenimenti alla distruzione repentina di una civiltà progredita (Atlantide?). A nostro parere, il richiamo al Diluvio o ai cataclismi antecedenti può essere intimamente collegato lo Zed, pur nella correttezza della ricerca di processi geologici che testimoniano le tragedie avvenute nelle epoche citate.
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