di Armando Mei e Nico Moretto
“Quando la Torre rovinò in terra si interruppe ogni comunicazione con il “Duat”. I segni della drammatica battaglia tra due opponenti sono chiaramente descritti, sempre nel Capitolo XVII del Libro dei Morti, allorquando Ra – associato al gatto, felino di straordinaria intelligenza e furbizia – dice: “Io sono questo gran gatto che si trova al lago dell’alveo di Persea in On quella notte della battaglia in cui fu compiuta la sconfitta dei Sebau e quel giorno dello sterminio degli avversari del Signore dell’Universo… E riguardo alla notte della battaglia è quando arrivarono all’oriente del cielo e vi fu battaglia in cielo e sulla terra sino ai suoi estremi confini”. Da questo epico confronto tra forze contrapposte, volutamente celato nell’ermetica cosmologia religiosa, che coinvolge il cielo e la terra fino ai suoi estremi confini, si interrompe la funzione della Colonna Zed. “Ed è Thoth che, sollevando la capigliatura, apporta vita, salute e forza, senza interruzione per il suo possessore”. Quale straordinaria metafora per sostenere come, alla fine della tenzone, Thoth si libera del proprio “cimiero” per ritornare alla sua naturale funzione di “Maestro Istruttore” delle popolazioni sopravvissute fino alla fine del proprio tempo. Nel Capitolo XVII, ancora, si legge: “In quella notte di festa del Lavorare la Terra (in Djedu) con il sangue che rende giustificato Osiride contro i suoi avversari… Ed allorché arrivano gli alleati di Set, essi fanno le loro trasformazioni in animali e poi li uccidono alla presenza di questi dèi sino a che sgorga il loro sangue…”. Si conclude così, con l’annientamento fisico delle genti di Set, la battaglia per la conquista del Potere dell’Energia. Set e le sue genti hanno tentato di conquistare la Colonna Zed, poi mutilata (o bloccata nelle sue funzioni), ora hanno perso la battaglia e, davanti agli dèi vincitori, i Grandi Giudici indossano i loro elmi così da sembrare animali (emblematiche le raffigurazioni degli dèi egizi con teste di animali) per uccidere (fino a che sgorga il loro sangue…) i nemici. Nello stesso capitolo, si evince chiaramente il motivo della battaglia: “Le erezioni delle aste di Horo è la frase di Set ai suoi seguaci: si alzino qui i pilastri”… Nel Capitolo XIX, si cita: “La notte della battaglia e della sconfitta dei malvagi, innanzi ai Grandi Giudici di Abydos, la notte in cui Osiride è reso giustificato contro i suoi avversari… innanzi ai Grandi Giudici che sono in Djedu, la notte dell’erezione dello Djed, in Djedu”, è il momento in cui viene ricostruita la Colonna Zed, la cui funzione energetica è persa o sospesa per sempre, nella terra dello Djedu (Giza).
La conquista del Potere ci spinge inevitabilmente verso due ipotesi. La prima è legata alla ricerca di una ipotetica “soluzione finale” (quella dei Neanderthal?) di cui gli antichi testi ne tramandano testimonianza. Ma sembra altrettanto interessante pensare che un solo Zed sia sfuggito di mano a chi lo governava ed abbia liberato tutta l’immane energia di cui era depositario. Il cataclisma che ne derivò, lo proiettò irreparabilmente sott’acqua (la “Grande nell’Abisso del Mare”, come cita il Libro dei Morti). Chi si salvò, si trovò senza mezzi e materiali e dovette cominciare daccapo. E, nel tempo, conobbe la propria involuzione.
Il Segreto
“I Sacerdoti delle scuole di vita riuscirono a preservare la conoscenza dello Zed. Lo scrissero nei libri di Thoth, tramandandolo nel segreto dei templi”. Lo Zed ha conservato le proprie caratteristiche solo nella tradizione orale. Gli dèi hanno trasferito le nozioni tecnico-scientifiche all’iniziato Thoth il quale ultimo le ha celate in forma ermetica nel proprio libro. Ma chi erano i custodi dei segreti più reconditi? e dove erano concentrate le scuole ermetiche? E’ un interrogativo che ha sempre affascinato i ricercatori. Dove è possibile trovare i libri della conoscenza, dove si trovavano i Sacerdoti delle scuole di Vita? Il Capitolo XVII chiarisce un ulteriore enigma: “Riguardo all’anima di mezzo ai suoi gemelli è l’anima di Ra insieme all’anima di Osiride, l’anima di Shu con l’anima di Tefnut: sono anime che si trovano in Djedu”. La perpendicolare che taglia il triangolo in due, è lo Zed che taglia la Piramide in due. Lo Zed è l’anima di centro. Ed in esso si riconoscono Ra (il Signore) e Osiride (l’Uomo). E’ la colonna vertebrale di Osiride (e di Ra) che è elemento di equilibrio. E’ nel luogo dello Zed che i Grandi Uomini Iniziati, ricordati dalle popolazioni semiprimitive dell’Antico Egitto come dèi (ovvero come custodi della saggezza, della scienza e del potere su ogni cosa), che custodivano tutto il loro sapere. Riteniamo a questo proposito che i libri di Thoth non siano altro che le scienze racchiuse nelle proporzioni dei monumenti di Djedu (Giza). (...) Il segreto rimase tale, assumendo soltanto un grande significato esoterico, in quanto i suoi depositari non avevano né mezzi, né materiali, né competenze tecnico-scientifiche per riutilizzare la macchina.
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